Ministero e IA

Nell’ambito delle iniziative MiSE compare la proposta strategica del “Piano europeo coordinato sull’Intelligenza artificiale”. Sto parlando nella fattispecie di una mozione avanzata dal ministro Di Maio, che tiene fede a quanto dichiarato dopo il suo insediamento al Ministero per lo Sviluppo Economico.
 
Durante la presentazione delle linee programmatiche in Parlamento, il ministro ha sottolineato l’importanza della tecnologia, ed in particolare, dell’intelligenza artificiale- considerata tra le più importanti del XXI secolo- come strumento chiave per favorire il passaggio dal “tradizionale” al digitale della società e del sistema produttivo. A spalleggiare, per così dire, il successo di questa tecnologia, ci sono l’aumento della potenza di calcolo, la disponibilità dei dati e il progresso negli algoritmi.
 
Il leitmotiv è quello di evitare che l’Italia resti a margine di alcune faccende che possono creare opportunità di crescita, sviluppo, e realizzare una azione sinergica tra i Paesi membri dell’Unione Europea.
 
Questa proposta è il frutto di consultazioni e confronti tecnici tra alcuni esperti -scelti dal MiSE- e portati avanti già a partire dal mese di gennaio, coordinati dal sottosegretario Andrea Cioffi. Si tratta di un documento composto da 9 capitoli ai quali corrispondono 9 obiettivi di seguito elencati: incrementare gli investimenti pubblici e privati; potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione; sostenere l’adozione delle tecnologie digitali; porre l’intelligenza artificiale al servizio della forza lavoro; sfruttare il potenziale dell’economia dei dati; consolidare il quadro normativo etico; promuovere la consapevolezza e la fiducia nell’intelligenza artificiale tra i cittadini; rilanciare la pubblica amministrazione e rendere più efficienti le politiche pubbliche; favorire la cooperazione europea ed internazionale per un’intelligenza artificiale responsabile ed inclusiva.
 
Dal 19 agosto fino al 13 settembre 2019 sarà possibile inviare osservazioni, pareri e riflessioni – per un massimo di 300 caratteri- sia di carattere tecnico che formale, per dare la possibilità ai singoli cittadini, stakeholder e imprese di aiutare lo Stato ad attivare una strategia nazionale vincente insieme all’Europa. Sì, perché i singoli Stati membri, da soli, non riuscirebbero a competere con due giganti come Cina e Stati Uniti che, evidentemente, sono i primi investitori nel campo tecnologico.
 
Si può partecipare al tavolo delle trattative senza il timore di essere schiacciati se si sposa un approccio collaborativo-costruttivo tra i Paesi membri. Cogliamo questa occasione per contribuire al progresso del Paese.
 

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