Nell’evento del 10 novembre “Agricoltori e ricerca pubblica, un’alleanza per il futuro” a cura di Agia-Cia è stato presentato il protocollo di intesa tra Cia-Agricoltori Italiani, Agia-Cia, Associazione Agricoltura è Vita-Cia e Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, finalizzato a mettere a fattor comune know-how e competenze, formazione, ricerca e sperimentazione in campo.
Il primo impegno sarà la road map che consentirà ai 41mila giovani imprenditori agricoli (under 40 anni) di Agia-Cia di accedere ai 72 Centri del Crea in 19 regioni d’Italia, per conoscere più da vicino le strutture del Crea, gli studi e le innovazioni in campo, oltre che partecipare al confronto con tecnici ed esperti.. Questa iniziativa è già stata avviata in Emilia-Romagna, Marche e Sicilia e si svolgerà nell’arco dei prossimi mesi, per concludersi entro febbraio 2023.
L’accordo presentato è il frutto di un consolidato rapporto tra Cia e Crea, e che si avvale dell’Associazione Agricoltura è Vita -promossa da Cia per la Ricerca, la Formazione e la Divulgazione – alla regia di tutte le attività.
Obiettivo dell’accordo è la programmazione di iniziative comuni, finalizzate a promuovere il contatto a livello territoriale tra gli imprenditori agricoli, in particolare i giovani e le donne, con le strutture di ricerca e i ricercatori del Crea, in modo da esprimere i bisogni di ricerca, creare percorsi di formazione continua che realizzino un “ecosistema della conoscenza”, nonché conoscere e successivamente implementare in azienda le innovazioni prodotte.
Gli oiettivi condivisi nell’accordo sono molteplici: supportare le aziende nella gestione e valutazione economica delle scelte operative; realizzare innovazioni utili al sistema agroalimentare, forestale e ambientale; sviluppare interventi per una migliore qualità, resa e valorizzazione delle produzioni agricole, soprattutto nelle aree rurali del Paese; promuovere il diretto coinvolgimento delle imprese e delle organizzazioni di riferimento per innescare processi di co-progettazione.
Nel contempo, sarà stimolato un approccio di sistema alla gestione delle imprese locali, che favorisca l’aggregazione tra territori e soggetti delle filiere agroalimentari e rilanci il ruolo della divulgazione scientifica quale tassello imprescindibile per la crescita del comparto in chiave green e digitale.
Nel presentare l’Accordo, il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini ha dichiarato che si opera con l’obiettivo di “accompagnare e realizzare la transizione verde e digitale dell’agricoltura, vuol dire anche incentivare lo scambio, puntuale e costante, tra mondo della ricerca e imprese del settore”. A conferma della centralità della transizione digitale su ogni aspetto dell’economia del Paese.