Il DIHV incontra l’ISPRA

In occasione del consueto appuntamento mensile, il Digital Innovation Hub Virtuale si è riunito in call conference per approfondire e discutere la tematica relativa alla protezione e alla ricerca ambientale. Ospite dell’incontro è stato l’Ingegnere Michele Munafò, Direttore del Sistema Informativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA).

Dalla trattazione di quest’ultimo si è potuto evincere il ruolo duale dell’ISPRA, che nonostante sia definito come un ente di ricerca esegue, al fianco delle attività di ricerca, diverse attività istituzionali (controllo, monitoraggio, ispezioni ecc.) e di supporto tecnico al Governo, oltre che a enti regionali e locali. L’Ingegnere Munafò ha sottolineato inoltre la competenza dell’Istituto nella gestione dei dati e nella transizione di questi tra Europa e Italia.

Il cambio di passo

In risposta ai dubbi dell’Ingegnere Luigi Cardone, membro del DIHV, sul ruolo di partecipazione e di guida che l’ISPRA dovrebbe avere in tema ambientale in virtù del Recovery Plan, l’ospite ha sottolineato il cambio di passo del nuovo Governo. A suo dire, infatti, rispetto al precedente Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, l’attuale Ministero della Transazione Ecologica ha visto un incremento dei fondi a esso dedicati (dal 32% al 37%). Munafò ha inoltre evidenziato come il Piano precedente fosse caratterizzato da poco coordinamento e assenza di una vision che potesse dare corpo ai vari buoni progetti proposti. Di conseguenza sia il Ministero sia la stessa ISPRA erano coinvolti in maniera non organica.

I progressi nel campo dell’Osservazione della Terra

Particolarmente interessante è stato il positivo resoconto, da parte di Munafò, dei progressi ottenuti dall’Europa in ambito di osservazione della Terra. Il primo feedback positivo dell’Ingegnere è stato rivolto all’attuazione del Sistema Galielo, il quale ha consentito il posizionamento di satelliti in grado di fornire una geo-localizzazione degli utenti differente da quella statunitense (la GPS). Successivamente a ricevere le lodi del dirigente dell’ISPRA, è stato il Programma Spaziale Copernicus, che una volta implementato ha fornito la possibilità di lanciare due tipologie di satelliti diversi, quelli ottici e quelli radar. Questi due grandi progetti hanno infatti finalmente permesso l’indipendenza dell’Europa dagli USA in ambito di osservazione delle Terra.

Le difficoltà rispetto agli altri Istituti ambientali europei

Sempre in risposta all’Ingegnere Cardone, il quale si domandava riguardo alle differenze tra l’ISPRA e gli Istituti speculari relativi agli altri Paesi Europei, l’Ingegnere Munafò ha sottolineato alcune difficoltà peculiari del sistema italiano. Facendo riferimento all’articolo 117 della Costituzione Italia, il quale ha delegato alle Regioni competenze più ampie, edificando un sistema molto regionalizzato e federale (ben ventuno sistemi diversi), l’ospite ha evidenziato come lo stesso sistema italiano sia eccezionalmente frammentato a livello regionale. Questo ha complicato la raccolta e organizzazione dei dati per ogni settore, anche per quello ambientale, a causa di un’eccessiva presenza di metadati rispetto agli altri Paesi europei.

Quello che si è potuto evincere dalla seduta è la riflessione comune di tutti i membri del DIHV come dello stesso Munafò che l’Italia si trovi di fronte all’ultima possibilità per reagire. L’ISPRA ha dimostrato, tramite la voce del suo rappresentante, l’entusiasmo e la grande volontà di affrontare questa sfida con grinta ed entusiasmo, e di vincerla. Il DIHV non può non essere in linea con questa volontà e con quest’atteggiamento, ed è pronto a partecipare a qualsivoglia iniziativa che possa spingere l’asticella del Paese più in alto.

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