Viene spesso da chiedersi perchè la chiesa non debba seguire una scia innovativa se il mondo intero viaggia su questa strada già da un po’ di tempo.
Le recenti dichiarazioni del Papa difficilmente riescono ad essere percepite come un qualcosa di profondamente innovativo se ad ascoltare sono coloro che hanno preso i sacramenti e sono impegnati nel mondo della chiesa. All’interno vi sono delle gerarchie, sempre rispettate nel tempo ma adesso qualcosa sta cambiando ed è per questo che in molti si pongono un quesito in particolare, ovvero se si è pronti al cambiamento.
Altro punto importante, uscendo dai territori della Chiesa per entrare in quelli delle politiche europee, riguarda l’UE e il settore agroalimentare per cui si ipotizzano contributi per ciascun Paese membro. L’Italia sarà uno dei paesi beneficiari con circa 3 miliardi di contributi l’anno. In questo ambito prendono subito risalto i progetti di ricerca, innovazione e sviluppo dedicati all’agricoltura intelligente attraverso l’utilizzo delle cd. smart technologies. Ma non solo settore agricolo, le tecnologie intelligenti ormai possono essere utilizzate in qualsiasi ambito per migliorare la condizione di vita delle persone e dunque la loro salute. E’ interessante infatti notare come già negli anni ’90 si parlava di ospedale intelligente e telemedicina (tema affrontato peraltro numerose volte su Sentieri Digitali). Oggi l’auspicio è che ciò che si diceva circa trent’anni fa sull’innovazione, possa essere messo in atto grazie all’aiuto finanziario in arrivo.
La pandemia sta rilevando le criticità e lacune presenti sul nostro territorio e a tutti i livelli, locale e nazionale. Autorità che discutono fra loro nei salotti televisivi e dei quali davvero non ce ne sarebbe alcuna necessità, vista la condizione di precarietà in cui versano le persone, in particolare dopo il Dpcm del 25 ottobre 2020. Servirebbe una maggiore autocritica per portare avanti visioni strategiche e dunque costruttive. Un esempio riguarda la situazione tamponi ai limiti dell’impossibile: 8-10 ore fermi in fila ad aspettare per effettuarlo. Verrebbe da esclamare ironicamente che “ci stiamo davvero innovando e l’automazione ha vinto”. Sfortunatamente così non è ed è per questo motivo che sarebbe il caso di tralasciare qualsiasi tipo di discussione sterile e poco producente ai fini di un ragionamento personale e collettivo. C’è bisogno di contenuti verificati e comunicati nel modo più credibile possibile.
Per quanto riguarda la posizione dell’innovazione in ambito europeo siamo al 24° posto, mentre siamo al 17° posto per la connettività, infatti non è un caso che si stia contando molto su questi fondi europei- in arrivo- per investire nelle infrastrutture tecnologiche di reti e digitali e il 20% del totale destinati verso la BUL (Banda Ultralarga).
Restiamo fiduciosi con i Dpcm emanati dal Presidente del Consiglio, il quale nel giro di due settimane ne ha emanati tre con la speranza di abbattere il 33% puntando ad una settimana di esenzione.