La Biennale di Bucarest sarà curata da un’intelligenza artificiale, Jarvis
Per chi conosce il personaggio Marvel di Iron Man ricorderà, Jarvis come il maggiordomo di Tony Stark.
Jarvis, nella mostra del Biennale di Bucarest, selezionerà artisti e creatori da far partecipare alla mostra, oltre a selezionare le loro opere più adatte. L’intera mostra d’arte si terrà in formato virtuale e sarà accessibile a tutti, da chiunque abbia un visore VR. A Vienna e Bucarest ci saranno anche degli stand per le persone che non possiedono gli strumenti per la Realtà Virtuale così da permettere ai cittadini di vedere le opere.
Come farà Jarvis a selezionare gli artisti per il BB10?
Lo studio di Jarvis è stato realizzato dalla società di Vienna, la Spinwerk, fondata da Razvan Ion. Nei prossimi due anni l’intelligenza artificiale sarà formata dal gruppo di sviluppatori che utilizzerà il deep-learning per consultare i database dei centri d’arte, gallerie e delle università.
Dopo aver completato il suo bagaglio di know-how, Jarvis sarà in grado di selezionare gli artisti ritenuti più idonei e in linea con il concept della mostra.
La tecnologia non si ferma con il Lockdown
Durante i mesi di lockdown i musei, le gallerie e le fiere hanno trovato nel mondo di internet un aiuto. Le piattaforme digitali forniscono un valido supporto a portare avanti mostre ed eventi nonostante l’imposizione, in tutto il mondo, del lockdown dovuto dalla pandemia da Covid-19.
Jarvis non è la prima IA che appare nel mondo dell’arte
L’Intelligenza Artificiale è stata già protagonista nel mondo dell’arte, anzi, è stato un protagonista principale anche come “pittore” oltre che come curatore. Nel 2018, Christie’s New York ha messo all’asta, una stampa su tela, che è stata battuta a 432mila dollari. L’autore era proprio una IA sviluppata dal collettivo francese Obvious. Ovvero, un algoritmo prevedeva il confronto tra due reti neurali, a partire da un database di immagini relative a 15mila ritratti storici realizzati tra il XIV e il XX secolo, ciò ha permesso di creare un ritratto il Portrait of Edmond de Belam. In questo caso l’IA si chiamava GAN, (Generative Adversarial Network) ideata da Ian Goodfellow.
Quale è stato il giudizio su GAN e quale sarà su Jarvis?
Il progetto dell’IA-pittore, ha portato a delle critiche, tutte mosse nei confronti del collettivo francese accusandoli di non essere degli artisti, ma il valore del quadro parla da sé. Jarvis non solo sarà curatore, ma sarà il selezionatore della mostra, un compito non facile soprattutto se svolto da un algoritmo.
Vedremo nel 2022 la sfida della tecnologia quale esito fornirà.