Google si aggiorna: più spazio ai siti di qualità

Google il più utilizzato tra i motori di ricerca, al punto che in Italia sono svolte su esso il 93% delle ricerche, ha cambiato le "regole" di indicizzazione dei siti. La finalità di questa grande trasformazione è l’intenzione di rispondere meglio alle esigenze degli utenti, valorizzando i siti di qualità.

Ovviamente, non significa che il motore di ricerca attribuisce una valutazione soggettiva ed analitica sui contenuti del sito, ma è una correzione che mira ad eliminare le distorsioni dovute al comportamento dei webmaster. Con l’obiettivo di risultare "primi nei motori di ricerca", gli esperti di SEO (Serch Engine Optimization) tendevano a ripetere con alta frequenza le parole chiave presumibilmente richieste dagli utenti all’interno delle loro pagine. Ne risultavano testi ripetitivi, banali, costruiti apposta per essere indicizzati, ma poco utili o piacevoli da leggere. Per assurdo, più erano frequenti le parole chiave, e peggiori di conseguenza i contenuti per l’utente, più un sito otteneva una migliore indicizzazione.

Gli utenti ormai lamentavano che ai primi posti si trovavano i siti peggiori, costruiti solo come elenchi su cui distribuire pubblicità, di scarsa utilità. Solo più in là nell’elenco, spesso nelle pagine successive alla prima, si potevano ottenere siti validi ed interessanti.

Da metà dell’agosto scorso, il nuovo criterio di indicizzazione Google Panda in onore del suo creatore, l’ingegnere Navneet Panda), è stato adottato per i siti italiani, premiando finalmente i siti di qualità. Per i web master, Google ha messo a disposizione Google Engage, un programma di formazione per gli operatori del web marketing.

Oltre ad un nuovo criterio di analisi dei contenuti delle singole pagine, gli ingegneri di Mountain View hanno anche intervistato, ponendo domande sul blog ufficiale di Google, gli utenti del web, al fine di comprendere e studiare quali sono i criteri utilizzati dagli utenti nelle loro ricerche. Questa indagine ha consentito di tracciare il profilo di ciò che l’utente considera un "contenuto di bassa qualità", che un apposito algoritmo matematico è in grado di individuare e decifrare, penalizzandolo nella indicizzazione.

Inoltre, l’algoritmo si basa anche sul comportamento degli utenti: se un navigatore consulta il primo risultato di una ricerca, e subito dopo torna indietro e richiede il secondo, è un considerato un sintomo di insoddisfazione che riduce la valutazione futura del primo sito per l’algoritmo.

Finalmente, viene premiato lo sforzo dei gestori di siti che producono contenuti originali, di alta qualità e scritti in un linguaggio ricco e corretto. Penalizzati invece i "furbetti" che abusavano della ripetizione di parole chiave, producendo testi inutili, poco leggibili e di scarsa qualità.

Al fine di evitare che ora i siti di peggiore qualità vadano alla ricerca di una improbabile ottimizzazione basata sull’algoritmo Panda, Google ha comunicato che esso è solo uno di oltre 500 aggiornamento del funzionamento del motore di ricerca e inoltre che :

"La ricerca è un’arte e una scienza complessa in costante evoluzione, quindi vi invitiamo a preoccuparvi di offrire agli utenti la migliore esperienza possibile evitando di pensare a specifici cambiamenti degli algoritmi".

Ottime indicazioni, che consentono al web di "crescere" non solo in quantità, ma soprattutto in qualità. E i risultati sono già visibili: crollo di meri “aggregatori di notizie”, finalizzati solo alla raccolta pubblicitaria, e miglioramento di siti di qualità: ad esempio, liquida.it ha perduto oltre il 50% di page views, circa 600mila unità, mentre il Corriere della Sera ne ha acquisite 100mila (+11%) e IlSole-24Ore 95mila (+35%)

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