Abbiamo letto in questi giorni che quasi 500 mila avvocati nel 2021 hanno chiesto la cancellazione all’albo degli avvocati. È una notizia preoccupante, grave e nello stesso tempo la perdita di persone qualificate che hanno studiato per laurearsi superando la prova di abilitazione alla professione di avvocato con molti sacrifici e con molte aspirazioni di avere successo. Se già sono 5000 mila che sottolineano l’insuccesso, deve far riflettere alle varie facoltà di giurisprudenza nel prenderne atto di questa situazione gravosa e nello stesso tempo di qualificare i giovani laureandi dando elementi e nozioni innovative che possano essere utili anche per la professione, ma in particolare per attività diverse. Il motivo dei 5mila che hanno deciso di mettere al chiodo la toga, riconsegnando indietro il tesserino, è causata da un futuro della professione troppo incerto, i redditi che calano di anno in anno, e i bandi del ministero della giustizia che interessano a molti fanno pensare che gli avvocati puntano non più alla libera professione ma al cosiddetto posto fisso, tanto sottolineato da Zalone.
La cosa che fa pensare è che mentre gli avvocati smettono di esercitare la loro professione, allo stesso tempo vengono emanati dei bandi quali ad esempio l’ufficio del processo che prevede oltre 16mila assunzioni. Poi ci sono posti per cancelliere, funzionari di cancellerie, direttori amministrativi, e quelli degli enti locali e delle regioni. Il Presidente del COA della capitale sostiene che è ovvio che il calo delle iscrizioni dipende dalla ripresa dei concorsi pubblici. Il comune di Roma ha recentemente emanato un concorsone per 18mila posti. Gli avv. che si sono iscritti erano 6mila, ed hanno partecipato in 4mila per 20 posti. A questo, si somma anche un altro dato oggettivo, ovvero il calo delle matricole nelle facoltà di giurisprudenza. Negli anni 90 tutti volevano diventare avocati o magistrati, a distanza di 30 anni probabilmente avremo un boom di iscritti in medicina, per via del Covid-19. In sostanza, gli avvocati vanno via verso altre opportunità per avere certezze e maggiore stabilità economica, già messa a dura prova in passato ed ora incerta per effetto di una crisi non solo sanitaria.