The original Trump

MAGA: “Make America Great Again”. Oramai entrato nel linguaggio comune al punto da essere citato proprio come “Maga”.” Make our farmers great again” – la versione per i contadini- oppure “Build the wall and crime will fall” (alza il muro e il crimine cadrà). L’uragano Trump va già verso le prossime elezioni, probabilmente già da un po’, ma la sua campagna elettorale sta prendendo piede. Sta iniziando a farci conoscere la sua strategia per entrare nella mente di ciascun elettore adoperando un campionario di risposte e slogan ad effetto questa volta incentrati sulla scommessa di trasformare i suoi modi rudi, volgari e a tratti pesanti, in un elemento positivo. La scuderia di “The Donald” sta già provvedendo a far cambiare idea anche agli stessi elettori irritati da questi suoi atteggiamenti e giudizi sprezzanti.
 
Negli Stati Uniti Google ha condizionato un quarto del risultato elettorale a seconda della quantità di notizie, positive o negative, che si avevano su un certo candidato politico. È successo “targettizzando” e classificando gli elettori a seconda dei gusti, orientamento politico, sessuale, acquisti fatti in rete. Il sistema informatico sa cosa ci piace, per cosa lottiamo, cosa vogliamo cambiare e cosa ci può smuovere.
 
Ma Mr. Trump, come tutta la politica e la sfera istituzionale, deve stare attento anche ai condizionamenti elettorali che ci sono sul web e al fatto che oggi più che mai- anche dopo i diversi scandali che hanno visto protagonisti i politici rispetto alle falle dei sistemi informatici- gli elettori possono prestare più attenzione alle notizie che leggono e non fermarsi alla prima fonte. Almeno è quello che ci auguriamo e rischierebbe anche di cambiare idea. Facebook sta adoperando protocolli di sicurezza e trasparenza per la difesa degli account dei candidati e dei partiti per proteggersi (nei tribunali) e garantire il processo democratico contrastando fake news e falsi account. Twitter prenderà provvedimenti vietando gli spot pubblicitari di carattere politico per le prossime elezioni americane. Ma Zuckerberg dissente sostenendo che non verrebbe rispettata la libertà di espressione.
Se si riuscisse a sostenere una campagna elettorale davvero pulita e trasparente, senza interessi marci dietro, allora si potrebbero tranquillamente elargire spot pubblicitari politici e nessuno, o quasi, li sopravvaluterebbe o comunque ci costruirebbe un consenso. Ma forse Zuckerberg ha interessi che noi non conosciamo o pensiamo di conoscere legati al magnate statunitense. Staremo a vedere, sempre che qualcuno non rischi l’impeachment ma come dice lo slogan in alto: “MAGA”, e di magie se ne faranno.
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