Ferrarini, da produttore ad ambasciatore del territorio

Il marchio Ferrarini è noto nella gastronomia quale produttore di salumi, in particolare il prosciutto cotto, di alta qualità. Un leader del mercato che dal 1956 si è guadagnato la stima dei consumatori italiani ed europei lavorando con passione ed impegno. La filosofia aziendale dimostra un forte legame con il territorio, come recita il claim di presentazione aziendale:

"Quando i sapori mantengono il carattere semplice e genuino delle loro origini, allora c’è amore, passione, visione e fiducia nel futuro."

Il territorio è Reggio Emilia, a metà strada tra Parma e Modena, due "capitali" dell’allevamento e trasformazione dei suini, oltre che culla di altre eccellenze dell’agroalimentare, note in tutto il mondo: il Prosciutto di Parma, l’Aceto Balsamico, il Parmigiano Reggiano. Prodotti universalmente noti, che hanno generato una filiera agroalimentare altamente specializzata e produttiva, fonte di benessere per un’ampia area geografica. Dove si producono anche altri beni (ad esempio Sassuolo, famosa per le ceramiche) ma in cui è centrale la produzione agroalimentare: dolci, olio, vino, salumi vari…

Le imprese migliori, in ogni settore sono quelle che innovano, che si evolvono. Nascono da un’intuizione. Diventano famose con una gamma ristretta di prodotti di alta qualità, ben riconoscibili dal consumatore. Successivamente diversificano con altri prodotti, sfruttando per essi il brand già apprezzato sul mercato. E poi, spetta alla genialità dell’imprenditore progettare i passi successivi.

E questa è la storia di Ferrarini. Nasce nel 1956, nella storica villa di Rivaltella, lanciando un prosciutto cotto il cui "segreto" è nella ricetta di cottura: una lentissima cottura a vapore in una salamoia di 21 erbe aromatiche, che donano al prosciutto un una fragranza dolcemente aromatizzata che lo rende unico tra i concorrenti. Ancora oggi si produce così, rifiutando nettamente il ricorso alle "scorciatoie" di altri marchi, quali il glutine, i polifosfati e le proteine del latte, sostanze aggiunte per migliorare materie prime di qualità a volte imbarazzante.

Successivamente, Ferrarini ha ampliato la sua offerta, mettendo sul mercato prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico e vini. Tutti prodotti orgogliosamente DOP (DOC i vini), che hanno consentito all’azienda di aumentare il fatturato e di renderlo più stabile rispetto alle oscillazioni di mercato a cui è sottoposta un’impresa monoprodotto.

E oggi, il passo successivo: per sfruttare l’interesse dei consumatori verso i prodotti di antica tradizione legati intensamente ad un territorio, Ferrarini ne diventa ambasciatore, presentandoli – integrati nella sua offerta commerciale – in nuovi punti vendita che l’azienda sta aprendo nei luoghi più prestigiosi d’Italia. A Roma, è stato aperto recentemente un negozio a Via della Scrofa, nel cuore del centro storico, presentato così:

“Le nostre specialità take away, i nostri prodotti: pane, salumi, tradizione, degustazione, tutti i sapori della nostra terra.”

Una vetrina che consente di assaggiare ed acquistare i prodotti aziendali oltre ad altri dell’area di Reggio Emilia, favorendo la conoscenza della filiera enogastronomica locale e, di riflesso l’intera economia locale. E’ la naturale estensione del progetto I sapori della nostra terra:

(www.isaporidellanostraterra.it)

realizzato con The Blog Tv nel 2010, che si proponeva quale mappa delle eccellenze dell’agroalimentare italiano; con la partecipazione degli utenti, si era costruita la "memoria" dei sapori locali: aromi, prodotti, tradizioni e luoghi rielaborati in itinerari enogastronomici.

Il negozio è un vero e proprio flagstore, come nella moda: un luogo dove i consumatori italiani, ma anche i turisti stranieri, molto frequenti in zona per la vicinanza con punti di interesse turistico, entrano in contatto con il brand e se lo ricordano nei loro acquisti futuri.

Tale fidelizzazione si propaga ora a tutti i prodotti del territorio, presentati con orgoglio e passione, con un’azione di co-marketing molto efficace. Infatti, se da una parte Ferrarini beneficia della descrizione della sua zona natale, con le sue tradizioni ed eccellenze, è anche vero che molti prodotti con una minore forza di mercato (si pensi ad alcuni dolci o ad altri salumi meno famosi) non avrebbero altrimenti possibilità di essere mostrati al pubblico in un contesto così esclusivo. Un beneficio per entrambi, una strategia win-win sotto l’egida della territorialità e del gusto.

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