Sollecitati dai nostri lettori, che approfittiamo anche per ringraziare, siamo stati invitati ad approfondire il ruolo della telemedicina durante e dopo l’esperienza Covid-19.
Il tema è stato da sempre caro a SI-IES, come dimostra il copioso repertorio presente su Sentieri Digitali. Il Presidente, Prof. Francesco Chiappetta, può vantare un’esperienza importante nel settore, impreziosita dalla nomina come membro esperto del Consiglio Superiore di Sanità per il settore telemedicina, espletata dall’allora Ministro Veronesi. Oltre a ciò, è stato membro del Comitato Etico della Fondazione IRCCS Santa Lucia, nonché membro del Comitato Etico della Fondazione Pascale di Napoli.
Il contesto
Durante la pandemia, il settore della telemedicina ha conosciuto un importante crescita: in molti Paesi, europei e non, sono stati utilizzati i relativi servizi come metodo alternativo di erogazione dell’assistenza sanitaria. Abbiamo esaminato con attenzione un’indagine fra operatori sanitari e abbiamo cercato di identificare i meccanismi abilitanti per i servizi organizzati nei vari Paesi: l’analisi è stata condotta sulla base del presupposto di separazione medico-paziente.
Il metodo utilizzato riflette un’ontologia e un’epistemologia realistiche e critiche: questi sondaggi fra professionisti sanitari e pazienti, condotti con domande miste chiuse e aperte, sono stati costruiti con l’obiettivo di identificare i cambiamenti contestuali nell’ambiente operativo dei servizi di telemedicina e valutarne i meccanismi; l’applicazione del “Test di McNemar” alla componente chiusa del sondaggio e un approccio di analisi matematica riflessiva per le domande aperte ha mostrato come le attività di telemedicina fossero inquadrate all’interno di un sistema autonomo di finanziamento, ma comunque inquadrate nei SSN.
I risultati
I risultati hanno messo in luce che la maggior parte dei pazienti affetti da Covid-19 (73%) ha segnalato un numero più elevato di assistenza telefonica durante e dopo il Covid, nonché un aumento dell’uso delle consultazioni video (60%). Gli intervistati hanno inoltre ritenuto che, nonostante l’adozione dei servizi di telemedicina fosse forzata e dettata da cause di forza maggiore, i livelli di assistenza sanitaria siano rimasti fedeli agli standard qualitativi offerti in precedenza con le visite in presenza.
Infine, gli intervistati hanno notato cambiamenti significativi nella cultura medica e manageriale che ha sostenuto la legittimazione di servizi di telemedicina come modalità di accesso alle cure primarie. Il supporto dei leader e l’uso di reti personali e organizzative atte a facilitare il funzionamento del servizio di telemedicina sono stati ritenuti particolarmente preziosi. Da sottolineare, inoltre, un miglioramento generale dell’accesso e dell’affidabilità della tecnologia idonea ad approntare i servizi di telemedicina.