Il linguaggio del digitale

Se avessimo a che fare con un’insegnante di lingua inglese ci direbbe allo sfinimento: “oltre che ripetere in inglese, dovete pensare in inglese”. L’approccio dovrebbe essere il medesimo anche nell’affrontare il digitale, anch’esso è un linguaggio nuovo, un modo nuovo di interpretare la realtà oltre che una rivoluzione tecnologica.

In questa digital transformation pervasiva, il digitale deve esprimersi anche come nuovo modo di vivere, come nuovo modo di apprendere. L’avvento dello smartphone ha stravolto il sistema “comunicazionale”, ci ha permesso “l’accesso al mondo in una mano”, la rete globale si apre in un tocco sullo schermo del nostro mobile device. Il giovane studente, ancor meglio i nativi digitali, vivono questa trasformazione in modo naturale, come gli adulti e le vecchie generazioni vissero all’epoca il telefono fisso.

La SI-IES questa rivoluzione l’ha seguita passo dopo passo, e all’epoca ebbe modo di comprendere come questa si stette verificando, la necessità di informare ed educare ad apprendere un po’ alla volta questa trasformazione, senza subirla. Ha creato Sentieri Digitali nel 2007, visti i feedback con gradito successo, e successivamente la Sentieri Digitali Business School. Ha perseguito costantemente l’impegno nel campo dell’informazione e della formazione digitale, erogando migliaia di articoli e diverse ore di lezioni. La parte editoriale ne è consequenziale.

Nel periodo recente si sono palesate alcune necessità, soprattutto in un periodo dove l’adeguamento all’Agenda Digitale e la digitalizzazione di imprese e pubblica amministrazione sono fondamentali: servono testi digitali che siano di eccellenza e possibilmente servono certificazioni di qualità. Il testo digitale è efficace sia nei contenuti che come supporto tecnologico, non solo per gli studenti che sono in mobilità e che possono studiare ovunque, ma anche per il mondo del lavoro. Una concezione che dovrebbe estendersi anche oltre i libri scolastici, ma anche nella formazione continua, professionale e aziendale. Pensiamo ai format in pdf aperto che possono essere usati con software compensativi.Pensiamo all’efficienza che può scaturire dall’interazione col testo, agli e-book multimediali e alla loro efficienza in termini di apprendimento. Una formazione integrativa a livello digitale che sarebbe possibile sia a casa che in classe, oppure al lavoro con la LIM o il video proiettore. Pensiamo, anche alla fruizione quando si è offline, senza necessità del collegamento ad internet.

Così probabilmente potremmo comprendere il linguaggio del digitale, potremmo pensare in digitale ed apprendere e interpretare una realtà sempre più interconnessa che deve per forza fare i conti con un mondo nuovo pieno di opportunità, purché se ne abbia padronanza come di un linguaggio, questa passa soprattutto dal pensiero.

Andrea Chiappettahttp://www.andreachiappetta.it/
Creo ecositemi, credo nell’innovazione e penso che lo studio continuo e il confronto siano gli ingredienti per realizzare sinergie e soluzioni. Autore di Italia.Next edito da Rubbettino.

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